Mese di agosto, quaranta gradi all’ombra..stù matrimonio s’addà fa!

Lunedì 30 Maggio 2011 14:59 Donato Liotto
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altAbitudini, tradizioni, e anche dobbiamo dire, scelte che proprio non si possono evitare. I Matrimoni che si fanno in piena estate ad agosto, quando il caldo è davvero micidiale. Coppie che, non riescono a prenotare prima la chiesa e il ristorante, in quanto son troppe le richieste e si vedono “costrette” a sposarsi in periodi dove forse, più che sposarsi..meglio andare al mare. Questa la “riflessione” che ci viene proposta da Donato Liotto presidente della New Dreams attraverso il racconto che potete leggere di seguito. Mese di agosto quaranta gradi all’ombra..stù matrimonio s’addà fa! “Dobbiamo assolutamente sbrigarci, ancora non ci siamo vestiti, e stiamo rischiando di far tardi al matrimonio.”- Da considerare che, questa affermazione viene fatta alle cinque del mattino del 10 agosto. La notte appena trascorsa, è stata afosa, il caldo è torrido non si respira, non si è dormito per niente, figurarsi la giornata che, si appresta a cominciare? Caldo africano ci aspetta, poi, tante le cose da fare ancora: lavare la macchina, vestire i bimbi, pettinarsi, truccarsi , mica solo le donne, ma pure gli uomini “s’anna pittà. - “Tutti dobbiamo essere perfetti”-. Abiti nuovi, gioielli in quantità, chili di oro, bracciali, collane di perle, 13 anelli, anche se le dita sono 10.. nun fa niente, i tre rimanenti , ‘nu post per metterli lo si trova comunque, va bene anche il naso.S’anna mettere..s’anna sfoggià! (gioielli che non si usavano da anni) L’avimma fa verè a tutti, comme so bell! - “Si ma, le scarpe mi vanno strette?(il Marito)” - “Non ti preoccupare, camminerai un’intera giornata, vedi che si allargano ( la moglie)” – “ si ma, i piedi mi fanno male, il pantalone è stretto, la pancia non ci stà”. – “ Jamme me, tirete ò ciate, nun respirà, vire che cè trase.”- A proposito, quà, stiamo descrivendo, la giornata di una tipica famiglia “partorita dalla nostra fantasia” invitata ad un matrimonio che, si svolgerà per l’appunto, nel mese di agosto. E qui siamo a casa degli invitati..figuratevi voi, gli sposi che stanne a passà. Ma riprendiamo, dove eravamo rimasti? Ah, si, i nostri “invitati” stanno per uscire, La signora tutta attillata, nu “piette n’dustate a palumme” (duro ed enorme come il petto di un colombo) che, se gli venisse di guardarsi i piedi, le “dune” ( zinne) sono talmente grandi (la signora ha una taglia nove di petto ed è in stato di allattamento tene 7 figlie) , ci vorrebbe uno specchio, di quelli usati agli incroci delle strade, per vedere dove mette i piedi quando cammina. Poi, tiene tanto di quell’oro e preziosi addosso, che il marito ha chiamato due vigilantes per farla scortare, della moglie non gli frega nulla, lui si preoccupa del “suo Tessoro”. Il Marito, abito scuro , camicia gialla, colletto a scelle e baccalà, le scarpe a punta strettissime, tiene pure un’unghia incarnita..nu dulore che, nun se po’ descrivere. Ma deve resistere, meglio il dolore, che, sentire la moglie sbraitare. I bambini, vestiti da paggetti, fanno tenerezza, sembrano due confezioni di uova pasquali, speriamo che col caldo che fa, nun se sciogljene. Finalmente in chiesa, il caldo terribile africano, già segna circa 33 gradi, e stiamo appena alle 11,00 del mattino.-“Corriamo, presto, ( la moglie) prendiamo i posti migliori”, - ( ma che devono andare al cinema?) - “ma perché correre? ( il marito) Nun c’à faccie, me fa male o callettielle.” - Comunque, finalmente, trovano i posti in terza fila. Inizia il film..hem.. la “Santa Messa”, il sacerdote, alto due metri, ma con una voce che, si senta appena, la sua voce:”sagliè chianu..chianu.” poi improvvisamente, si alza forte e a tutto spiano, pare n’orchestra, da far invidia a “Pavarotti”, sembra di assistere al “Bolero di Ravel”che, se ti eri appisolato, ti fa saltare dalla “panca” facendoti rischiare un ‘infarto. Meno male, e beati i “chierichetti”, si son messi le cuffie, e sé sò salvati. Fine cerimonia , circa due ore dopo, ha fatto una predica, che è durata un’ora è mezza, mentre il resto della cerimonia,( intanto in chiesa, tutti con le flebo e con gli integratori) appena mezz’ora, nel mentre poi, o spose, ha mise incinta a sposa..cò penziere..penze sule a chelle! Intanto, la moglie, ( la nostra invitata) a denti stretti, saluta e alza le mani, giustamente deve far vedere bracciali e anelli, il marito, si è appoggiato, con la schiena alla fonte battesimale, vorrebbe immergerci i piedi, ma nun sé po’ fa, altrimenti evapora tutta l’acqua Santa, non gli resta che piangere, tutti a dirgli “ come sei sensibile.” “Lo so”, esclama lui, “son sensibile assaje, ” - mentre pensa - “ non cè dolore uguale al mio, ma non si potevano sposare a vierno, almeno mettevo i doposcì ? ”.- Ma il bello, deve ancora arrivare. Fuori alla chiesa, tutti ad attendere gli sposi, appena si intravedono, tre autoarticolati carichi di riso, gli vengono scaricati addosso, e tutti gli invitati fanno il tiro a bersaglio, bombardando gli sposi, che, poverini, per proteggersi, si sono abbracciati quasi a darsi l’ultimo saluto. Poi, cento colombi , si innalzano in volo, ma fa tropp caure, e preferiscono rifugiarsi dentro la chiesa al fresco, entrano dentro senza indugiare, e si vanno a fare il bagno nella fonte battesimale, “beati loro..che sanno quel che fanno! Loro si.. è io no, pecchèè? (il Marito) - “Facimme ambresse” – esclama qualcuno – “ subito dopo il matrimonio cè un funerale”.- Anche loro, (i piccioni) lanciano qualcosa, ma crediamo, che certamente non è riso, in chiesa sembra che nevichi, ma non è neve, ma cacca di colombi. La moglie- “Corriamo alle macchine, dai su, presto il ristorante ci aspetta”. - Sono circa le 13,30, per arrivare al ristorante, ci vorranno almeno due ore. – Il Marito - “ Ma dove si va a mangiare in Albania? Vabbuò, mettiamoci in marcia.” - Borracce di acqua a tracollo, finalmente si và. Intanto i gradi sono diventati 38, si schiatta! - “Che bello, la macchina con l’aria condizionata, eccoci arrivati, scendiamo, mamma mia che caldo..non si respira” - il sudore ormai, ha reso “i nostri” tutti inzuppati, gli abiti che hanno addosso, hanno cambiato colore. La sala del ristorante, è bella grande accogliente, cè l’aria condizionata..meno male. – “Sediamoci, beviamo qualcosa”, - sono le 15,00 ancora non si mangia, -“gli sposi, ma dove sono? (esclamano in coro) mica sono già partiti per il viaggio di nozze?” – “ Ma che dite, avete dimenticato? Stanno a fare le foto, vedete che, mò arrivano”- (le ultime parole famose le foto le stanno facendo a Roma, mentre loro sono a Napoli) Intanto in sala, il piano bar inizia a suonare, volume a palla, i bicchieri sui tavoli ballano a causa delle forti vibrazioni, pure le “dune “ della nostra signora addobbata, iniziano ad andare su è giù, ma crediamo siano i rantoli della fame, il marito va avanti e indietro, cammina con i piedi a “doppia w” continua a trattenere il respiro, ma intanto, la fame, la pancia è rientrata è scesa nei calzini a causa dei crampi allo stomaco, i figli scorazzano per la sala, solo loro, sembrano non patire nulla,- “ma che sono alieni?” - Finalmente gli sposi, la marcia nunziale, il solito coro “Bacie..bacie” - stanne tutt surate e stravolti, se si baciene.. s’azzeccane e nun se staccane cchiù!(come i cani.. in pratica) Ma, si devono baciare, altrimenti , questi non la smettono e non si inizia a mangiare. Solo le 16,30, arriva l’antipasto, i primi, i secondi, in mezzo, canzoni, balli, e tutti quanti, hanno iniziato a dar fuori di testa, chi si è tolto la giacca, slacciato i pantaloni, con fuoriscita di panza, che è crollata fino al pavimento, dentro (la pancia) cè di tutto è di più, camicie a “pettole” cioè, fuori dai pantaloni, tutti sudati e “brilli..ubriachi” è bastato un bicchiere di vino, e son crollati, ciò dovuto al fatto che, son svegli dall’alba, stanchi morti, e un caldo che li ammazza. Fanno finta di parlare, ma non si capisce cosa dicono, dicono parole azzeccate, il palato, la lingua vanno per fatti loro, però si intendono, tanto parlano la stessa lingua. Stanne tutt m’briachi. Gli sposi, sembra abbiano passato un guaio, è quasi mezzanotte, devono salutare parenti ed amici ma, prima devono consegnare le bomboniere. Finalmente, finita la giornata, ma, continua a far caldo, un’afa che, non fa respirare, la sposa, in camera inizia a prepararsi, lo sposo pure, si mettono a letto, questo è il loro momento, tanto atteso, tanto desiderato, spengono la luce, e assieme esclamano “buonanotte tesò. Stò accis..domani è un altro giorno.”Crollano in un sonno profondo, a meno che, non si son portati una buona dose di viagra…chi l’aizza a chiste ( o sposo) in pratica, il viaggio di nozze, lo passano a dormire. Sposarsi ad agosto, noi abbiamo esagerato, ma ci piace pensare che, in questa storiella, chissà, magari qualcosa di vero cè. Pensateci, è si putite.. spusateve a Natale!!!!