New Dreams: I “NO” che hanno cambiato la storia."La Voce del Silenzio"anonimo ci invita a riflettere

Martedì 06 Agosto 2013 08:49 Donato Liotto
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alt - Scritto da “La Voce del Silenzio” - Riceviamo e pubblichiamo questo “pezzo” l’autore ha preferito restare anonima/o. La cosa a noi della New Dreams non ha creato fastidio o problemi, anzi, siamo felici di contribuire anche attraverso questi “scritti” firmati con uno “pseudonimo” a rompere i silenzi e nel nostro piccolo dare voce alle tante, troppe donne, maltrattate . Ci piace pensare che l’articolista “La Voce del Silenzio” sia una donna. Troppa è la sensibilità che affiora da frasi e concetti anche se crudi e duri come il marmo. Buona lettura. - Mai abbassare la guardia. Bisogna sempre tenere alta l'attenzione su tematiche delicate tanti, molti purtroppo sono "costretti"al "silenzio"e combattono le loro battaglie pur di vedere realizzare i propri diritti. Di cosa parliamo? Di diritti che non fanno parte della vita politica, ma di un vivere quotidiano. Quando si pensa alla giustizia, volgiamo lo sguardo sempre al di la della nostra "sfera sociale," una giustizia dove tanti e loro malgrado, sono abituati e "adattati" a vederla attraverso uno "schermo". Si resta impassibili, inermi a tutto quello che li circonda. Al vicino di casa, alle urla di una donna che viene maltrattata, alla violenza subita ogni giorno dai bambini. Dovremmo dare voce a tutti quei diritti che nelle nostre zone ma dappertutto bisogna precisare, vengono calpestati,perché spesso sottovalutati, ciò tante volte è dettato anche da una “estrema ignoranza collettiva” e da una mentalità ristretta e potremmo continuare all'infinito. Nelle nostre zone forse si ha più chiara e netta la sensazione della prevalenza del "forte" del maschilismo esasperante. In primis : Le violenze fisiche sui bambini perpetrate e talvolta per anni. Questi aspetti obbligando molte donne loro malgrado a tacere. I diritti alt dovuti e non dati e che spesso calpestano la dignità della donna tra questi: la violenza subdola del negare a queste ultime il minimo per poter vivere e si parla di negazioni economiche. La violenza domestica consumata tra le "quattro mura" ma soprattutto violenza psicologica. Le ferite non sono visibili, sono cicatrici interiori che consumano giorno dopo giorno queste vittime indifese. Ciascuna donna che vive queste atrocità costrette al silenzio accettano una condizione che non gli è dovuta affatto! Non c’è speranza di salvezza in quanto la legge fa finta di non vedere nella maggior parte dei "casi". Le ferite dell’anima sono quelle che non guariranno mai, che nessun medico potrà mai più rimarginare. Un male incurabile, si può solo sperare di morire subito anziché consumarsi lentamente. La donna abusata, violentata, maltrattata, porta addosso queste ferite, vive la sua quotidianità fatta di silenzi crudi. Una gabbia d'orata all'apparenza in taluni casi, una gabbia dove la fa da padrona la prepotenza di "esseri" indegni, definirli uomini è troppo. Se diamo uno sguardo al passato, guardando l’evoluzione della storia, dell’economia e della tecnologia, ci si meraviglia che ai giorni nostri accadano ancora queste tragedie. La storia ci regalato tanti “NO”. I "no" che hanno cambiato il mondo, attraverso il coraggio di "piccoli uomini e piccole donne,"i loro "NO" li hanno resi grandi e hanno aiutato tante persone. Un esempio su tutti: Rosa Parks, (siamo negli anni ’50) una piccola donna, minuta, di mestiere faceva la sarta, stava tornando a casa in autobus e, poiché l'unico posto a sedere libero si trovava nella parte davanti del mezzo, (quella riservata ai bianchi) decise di sedersi dove non doveva, al posto dei bianchi. Poco dopo salirono sull'autobus alcuni passeggeri, ovviamente erano bianchi, solerte il conducente ordinò a Rosa Parks di alzarsi, e accomodarsi nel posto riservato ai alle persone di colore. Rosa si rifiutò di lasciare il posto, a spostarsi nella parte posteriore del pullman non ne voleva proprio sapere. Era stanca di essere trattata come una cittadina di seconda classe (per giunta costretta anche a stare in piedi, visto che di posti a sedere non ce n'erano) rimase al suo posto. Il conducente fermò così l'automezzo, e chiamò due poliziotti per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine. Da allora è conosciuta come " the woman who didn't stand up” “La donna che non si alzò" .Tante volte era successo a tante altre donne di colore, ma la cosa eccezionale è che scelse di essere l’ultima. Quel suo “NO” è riuscito a cambiare per sempre la storia. Gridiamo forte i nostri "NO" e riprendiamoci la nostra dignità. Forse è proprio questo il grido di battaglia per tentare di aiutare le donne in difficoltà.