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Facebook e l’uso di" certi termini" confondono le persone, la realtà, e nun c’è fanne capì niente!

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alt alt di Donato Liotto - Spesso mi capita di incontrare “nella realtà” tanti amici, i quali non vedendoli da tempo, la prima cosa che mi chiedono è – “Ma tu nun staje n’coppe a fecebook?” – Cioè, dico io, non è che ti chiedono, come stai, da quando tempo non ci vediamo? No. Loro chiedono questa cosa e subito dopo ti dicono – “Appena vache a casa ti chiedo l’amicizia” – Il fatto che li incontri nella vita reale non conta. Loro t’hanna chiedere l’amicizia su facebook, affinche tutti sappiano che lo hai rivisto, incontrato bisogna aggiornare "lo stato" su facebook e informare il popolo “facebbucchiano” di cosa vi siete detti e che avite fatte. In pratica "cazzi al vento". Altra cosa, se sono “freschi pischelli” di facebook, vale a dire, si sono appena iscritti, tu cerchi di dare loro qualche consiglio del tipo – “ Ma tu mò che stato hai? – Ti guardano e non capendo la domanda ti rispondono –“ Quale stato? Chi si è mai mosso dall’Italia. A mala pena vache a Ischitella. C’è crisi!” – Allora lo vuoi aiutare e poni un’altra domanda - "ma quanti amici hai?" – Lui convinto risponde - “Amici? I vecchi amici sono spariti, mò ne sono davvero pochi, massimo un paio. L’amicizia nun esiste ognuno penza ai fatti suoi.” – “ Scusa, io volevo dire amici su facebook?” (sembra che solo questo sia l’argomento che lo interessi dopo anni che non lo vedi. Assurdo, ma è così!) – Ritorniamo al discorso (per modo di dire) Allora lui comprende che ha risposto a una cosa per un’altra e dice –“ Azzò. Su facebook in dieci giorni, ho fatto 1500 amici! Sule che però nun cunosche quasi a nisciune”- Anche qui c’è da riflettere. Rincalzi col “tema” altra domanda - "E sul diario ci metti le tue cose..lo aggiorni?" – “Ai tempi della scuola forse”- dice lui che poi aggiunge –“ Ci mettevo un sacco di cose, scrivevo tutto. Figurati anche la nostra maestra delle elementari quando si sedeva dietro la cattedra e si vedevano le mutande pure quello scrivevo. Po’, mammà se ne accorse, e mi fece nu mazziatone. Fine del Diario, lo fece a pezzettini. Mò cìè simme fatte viecchje e o tiempe nun c’è stà e scrivere?” – Chiarisci di nuovo e riponi la domanda –“ Dicevo il diario di facebook?” – “Ah..facebook? Certo, sta pieno zeppo di foto della mia famiglia, un sacco di cose che ci scrivo, e condivido una marea di messaggi con tutti. Penza, certe volte, faccio è nuttate chiare..chiare..però mi piace!”- Anche qui la riflessione è d’uopo! Ci salutiamo e a questo punto, ci rendiamo conto che, più si parla più si tenta di approcciare un ragionamento e più ci si rende conto che, forse è meglio si parlamme n’coppe a fecebook. L’hò visto allontanarsi e girarsi e a un certo punto mi ha detto – “ Ne ma mò..quanne c’è taggamme?” - “Ora sono io che non ho capito’” – gli ho detto e lui –“Taggamme..uàà nun sai che significa? Quanne c’è verimme?”- Raggiunto l'apice, il colmo, gli dico - "Cumpagnje mije..ma vafanc..tu e facebook - Un sorriso e ci siamo salutati. Ci vediamo allora ma, su facebook..almeno là c’è capimme! A proposito, ho dimenticato la passaword per entrare nella vita reale..comme cazz se fà pe trasi nata vota?


 




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