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NEGLI ANNI 70-80 LE COPPIE COME AMOREGGIAVANO ?"FIAT CINQUECENTO NEL SUO ABITACOLO QUANTA TRAGEDIE!"

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alt - di Donato Liotto - Verso la metà degli anni settanta e inizio ottanta le nostre generazioni in che modo si organizzavano vale a dire : pe se fa n’asciuta con una ragazza? A voi può sembrare cosa facile e quindi si presuppone che ci sia anche una risposta rapida giusto? Ma quanne maje? Era una tragedia, un’odissea, un vero e proprio calvario! Ora vi spiego: All’epoca , e va detto che, prima di arrivare al fatidico incontro e quindi ottenere un “si” da una ragazza.. aviva jettà ò sangue! Prima di “dartela” c’è steve a spantecà e passavano mesi a pensare. – “Oilloco oj..oggi me la da!”Puntualmente non accadeva. Poi quando arrivava finalmente il momento che segnava il coronamento di cotanta attesa, un’attesa condita da riempimento testicolare accumulatosi in mesi di “magra” e potete immaginare il dolore, overo indicibile, nun putive manche cammenà! (non so se mi son spiegato? Ma crere che si!) Finalmente lei, si è si è decisa e ha detto “stasera te la do!” (non usiamo mezze misure tanto si è capito di cosa parliamo) Restava a questo punto trovare una “location” e finalmente scaricare gli “accumuli”. alt L’inizio della tragedia: trovare un posto dove portare la ragazza?Pertanto si iniziava a pensare e escludere i posti “no”– “Dunque a casa mia nunnè cosa, tenimme sempe è cacacazze a case e nun stamme tranquille. A casa soja peggio ancora, a signora e rimpette nun ze fa maje è cazze suoje è peggio do telegiornale. Chella appene me vere e trasì..duje minute e me trove tutta a famiglia n’guolle (addosso) e oltre al dolore inguinale non voglio aggiungerne altri. L’albergo manco a parlarne, essa ( lei ) è minorenne. Io nun tenghe manche l’uocchje pè chiagnere. Ultima ipotesi e secondo me è chella giusta, in auto. Finalmente convinto ecco la soluzione: si in auto! Oggi pomeriggio di nascosto prendo la macchina di papà. Già, ma di che auto si parla? Una berlina, una station wagon..ma quanne maje..o pate (il papà) tiene una cinquecento del 1969 con tanto di cappotte e sedili rivestiti in plastica! All’orizzonte chissà perchè ma, vediamo l’affiorarsi di un dramma imminente. (Andiamo avanti) Intanto la mattina presto, il giorno dell’appuntamento bisogna organizzarsi, prima tappa l’edicolante. - “Scusate mi date quattro o cinque giornali? “ – L’edicolante giustamente chiede - “ Si ma quali?” – “Verite vuje, facite na cosa a piacere, datemi nu poche e robba ammiscate. (mista) Però mi raccomando, devono essere grandi.”- L’edicolante vuole fare bene il proprio lavoro (ma secondo noi nun ze vò fa e cazz suoje!) e allora chiede di nuovo – “ Si ho capito allora i quotidiani vanno bene?” – “ Certo, datemi il Mattino, il Corriere della Sera, La Repubblica , Il Sole 24 ore e l’Unità..capisc a mmè. L’unità nun po’ mancà! Penso che questi bastano.” – “ Caspita leggi tutta sta roba? Ma che tieni a “capa e Mussolini” – Il nostro eroe non capisce e pensa, poi ribatte –“ Uà..ma pecchè pure Mussolini teneve stù problema?”- L’edicolante fa finta di nulla e consegna i giornali avendo ovviamente capito la fine che faranno. Risolto a questo punto il problema “tendaggi”, vale a dire tappezzare i finestrielli della cinquecento. Finalmente è giunta l’ora di fare ciò per il quale tanto si è sudato, tanto aspettato e ansimato, diventa subito evidente che, la cinquecento forse non era proprio adatta alle “misure”. I “due” s’arravogljene ( intrecciare come polipi) sembra una lotta Greca – Romana, si sentono solo lamenti e gridolini, sono lamenti di dolore! I muscoli del corpo si sono strappati, è alt passata mezz’ora e ancora non sono riusciti a capire “che stanne facenne?” Passa un’ora, stanne tutte surate (sudati) fuori dalla macchina so quaranta gradi, dentro sono 50 gradi è nù furne crematorio, è ggiurnale si sono inzuppati di acqua e sono caduti addosso a loro, che nel mentre della “lotta” li hanno ridotti a brandelli, ma nun ze ne fottono proprio! Ci devono riuscire a coronare con successo questo “incontro”. Prima o poi rint’à a sta cinquecento riusciranno a trovare la “posizione giusta”. A questo punto per la ragazza, è ora di rientrare (comme si niente fosse) e non ci stanno ragioni o scuse per trattenerla. Deve andare a casa! Tu come un toro scatenato, gli occhi spiritati, guidi la macchina e vedi solo rosso ma, non sono semafori. Il rosso che vedi è il sangue che è confluito alla testa e soprattutto l’immane tragedia che..nunnè sfugate! Lei scende dalla macchina, ti guarda e ti dice. -“ Grazie amore è stato davvero bello!”- Non ci sei riuscito ma, almeno qualcuno ti ha preso per il culo!


 




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