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New Dreams - "A che bellu cafè..sule a Napule 'o sanne fà!"

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alt Pubblicato anche su Nero su Bianco quindicinale di cultura varia di Aversa e Agro - scritto da Donato Liotto - “A che bellu cafè..sule a Napule ò sanne fa!” Abbiamo preso a prestito una frase di una bellissima canzone di Fabrizio de Andrè, in quanto, quest’oggi vogliamo parlarvi appunto di questa bevanda cosi importante e perennemente presente nella vita di ciascuno di noi, Il caffè. Lo possiamo prendere in tanti modi: accompagnato a dolci, abbinato a gelati, appena terminato un pasto, la mattina poi, senza caffè non si esce di casa! In ogni occasione, anzi ogni occasione è buona per condividere momenti di “pausa”, tant’è che esiste anche la frase “pausa caffè”, per i più “moderni” coffè break, ma per i “più” basta semplicemente dire –“ pigljammece na’ tazzulella è cafè” - Una pausa, dici minuti di conviavilità. La protagonista, oltre alla rinomata bevanda, ovviamente è la macchinetta del caffè. Lei, “napoletana doc!”. Lei, è la vera regina, presente in ogni casa. Abbiamo voluto incontrarla e a questo punto, riteniamo giusto cederle la parola –“ Io la mattina, ( ci dice convinta) sono sempre la prima ad alzarmi, appena schiarisce a jurnnate, (giorno) già sto cò fuoco n’culo!(ndr. sul fornello a fuoco acceso! ) La mia presenza in tante case è discreta, me putite verè sule a determinate ore della giornata cioè; state certe, quann ‘ esche io, è sempe n’alleria! La mattina, dopo pranzo e il pomeriggio. Ma, se volete, sono sempre pronta a entrare in “scena” in qualsiasi momento. Se viene un parente, un amico a trovarvi, nun facite cerimonie, io nun me tire maje arrete (dietro) basta davvero un attimo. Dovete svitare pian piano il “mio lato basso, il posteriore..insomma..ò culo! Poi, mettere l’acqua all’altezza della valvola di pressione, mi raccomando, altrimenti facite acqua e zucchero, poi caricate il filtro con due o tre cucchiaini di buon caffè, avvitate stretto, anche qui, mi raccomando, altrimenti mè facite n’zumpà (saltare) a coppe o fuoco! Accendete la fiamma, fuoco lento, m’aggià scarfà (scaldare) chiane..chiane, (pian piano) Preparare il caffè è un’arte, un rito preparatorio antico e prezioso . Al momento di gustarlo..sorsi piccoli, il palato si inebria, quindi, nun ghjate (andate) e fretta! Ma tempodue minuti, e iniziate a sentire nell’aria, un profumo indescrivibile, il profumo del caffè, invade ogni stanza, esce fine a miezze e scale e, subito qualcuno a dirvi –“Signò che profumo..ma state facenne ò cafè”- vuje rispondete – “No, veramente..stò facenne o bucate!”- Io so’ pe’ doje tazze e a signora nun ciazzecca! Tutti si vogliono “abboccare”..na’ tazzulella è cafè è sempre gradita! Ogni scusa è buona per prendere il caffè e scambiare quattro chiacchiere. Basta dire : “jamme me..nun c’è penzamme cchjù..pigliammece nu’ cafè” – Oppure – “ quando vieni a trovarmi..che ti offro un caffè” – Oppure - “ Poverino, il defunto, era una brava persona..che dite lo faccio un bel caffè?” – Oppure _” Siamo felici di aver concluso il contratto..per festeggiare..pigljammece nu’ cafè” – Sono tante le occasioni questo lo sapete bene pure voi. Io sono servitrice umile in tante famiglie – riprende la nostra loquace macchinetta -. Sono testimone di tante situazioni, si putesse parlà ancora, ci vorrebbe un libro intero per raccontare. Quante cose ho visto e sentito: litigi, sofferenze,dolori, ma anche gioie e felicità. Attuorne a me quante diatribe si sono ricomposte. Quanti suspire senta a matina. Quella è soprattutto l’ora dei monologhi. Quanne chi mi mette n’coppe ‘o fuoco parla tra se e se.Pò vene l’ora dei dialoghi. Doje o tre perzone attuorne a me… Ma mi fermo qua. Concludo dicendo a voi,cari lettori: Mò che dite..finito di leggere na’ tazzulella è cafè cià vulesseme pigljà?”


 




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