scritto a maggio 2009
A metà degli anni settanta e inizio anni ottanta le generazioni dei nati nel decennio che va dal 1960 ed inizio anni settanta hanno rappresentato qualcosa di davvero rilevante che si è riflesso nella società dei nostri giorni.Oggi questi “giovani” nati nell’epoca indicata sono “ultra quarantenni” e ancora pieni di vigoria e voglia di vivere. Da questa generazione sono usciti fuori professionisti affermati, dirigenti, impiegati e anche operai o artigiani ed imprenditori che hanno saputo marcare con rilievo la società attuale. Proviamo a conoscere queste generazioni di “Giovani aversani e non solo” come si divertivano e cosa facevano all’epoca per trascorrere le loro giornate.Provando a fare un “salto nel tempo” alla metà degli anni settanta ed inizio anni ottanta.C’era chi andava a scuola e c’era chi non andava a scuola perché doveva aiutare la famiglia e quindi lavorava. Ma anche se si era di uno “ceto sociale” diverso alla sera ci si incontrava sempre tutti assieme in Piazza Municipio “Miezze a Villa” sotto i portici del municipio o in piazzetta Don G.Diana.Si arrivava sempre verso le 18,00 e chi veniva con la macchina lo si notava subito non per la macchina che certamente non era una fuori serie, all’epoca c’erano le Fiat 112, Fiat 126, Fiat 128, oppure “Fulvietta spider” e alfa romeo 2000 e tante altre.Lo si notava..anzi lo si sentiva arrivare da 300 metri di distanza con il volume dello stereo a “palla” che pure i piccioni suoi cornicioni del municipio saltavano a ballare. Con la speranza poi che gli stessi non ci lanciassero una “Bomba bianca” in testa per l’emozione o per disturbo della quiete pubblica! Oggi in piazza municipio a malapena se vere “nu passariello.”Quando il “nostro baldanzoso giovinotto” parcheggiava, era uso frequente non scendere dalla macchina..ma tutti a circondarlo manco fosse arrivato “Supercar” ma era semplicemente..“ Vicienze Discoteca” (nun teneva na macchina..ma na discoteca ambulante) oppure poteva essere “Il Puty” (chiamato cosi in quanto la sua macchina era la macchina della pu….na!! Quando cercavi qualcuno bastava guardare nella sua macchina, statene certi..eri li! ) E c’erano altri ancora a fare a gara a sfoggiare l’impianto stereo più potente! (all’epoca contava questo per le ragazze e non altri tipi di apparenze o misure). Trasevene (entravano) tutti nella macchina dieci alla volta e volume a mille si iniziava a ballare e a cantare a squarciagola.Erano tanti “gruppi” che si formavano e si faceva a gara a chi “teneve cchiù femmene attuorne” Ci si “pavoneggiava” e per irritire la comitiva che stava di fronte ci si sbaciucchiava sulle guancie quando arrivavano “Le Pischelle” e “Guagliuncelle”.. insomma.. “E femmene!”. Tutti a “Frusciarsi” (tirarsela) e si cominciava a dire: “allor stasera che si fa?”- “Ci sta una festa a casa di Margherita..andiamo tutti la”- “ si ma nun c’hà invitate..? - “Che cè ne fotte..ciabbuccamm..tant.. purtamme e guaglione appriesse a nuje è cè fanne trasì ”.Mentre altri ancora proponevano di andare nel club privato..altri non erano questi “club” che dei locali creati sempre dai nostri “eroi dell’epoca”. Quatte farette russe e gialle , nu giradisco, 2 casse, 2 divani riciclati possibilmente con divano letto o in alternativa due poltrone di auto recuperate allo scasso –“a discoteca era bella è fatte!” La mattina sotto le scuole quando si marinava tutti a passarsi la voce “Uè..nun trasite..ci stà na festa al “Gingerino” oppure alla “Ragnatela” o al “Benn” o al “Gay man” nomi di fantasia dati ai vari localini ubicati nei bassi di Aversa o in qualche locale semi nascosto giustamente per non farsi beccare dai genitori e rischiare di prendere una “solenne bastonatura davanti a tutti” con conseguenziale “figura di cacca”La musica in questi ritrovi “artigianali” era sempre al massimo.Quando si entrava, subito si buttava l’occhio per vedere se c’erano le “Pischelle” e per avvicinarle era semplice : Passo a “zig zag” (tipo m’briaco o di uno che stava per svenire) ballando sulle note di una canzone di Donna Summer o di Tina Turner..pò si cè stavano i “Bee Gees” “ uaneme..era il massimo…s’acchiappava sicuramente” si faceva colpo sulla ragazza di turno grazie anche alla musica che infondeva adrenalina facendo si che la “pischella di turno” che tè steve a puntà” ti guardasse facendo la parte di distratta mettendosi a “n’ciucilià che cumpagne” e sicuramente pensava: “ Mò che s’avvicine.. a stù scem..cè rongh nu pal!”.(buca) Mentre dicevamo, scorrevano le note a ritmo di ballo ci si avvicinava alla ragazza e la frase tipica era quasi sempre la stessa
“ Ma tu nun sei quella che stava alla festa di Peppino con la gonna rossa, nu mese fa e ballava il lento con Giuseppe? (praticamente non era vero!) Ovviamnete risposta scontata di quest’ultima - “ Ti sbagli..io non ero alla festa e poi nun teng è gonn rosse porte sule è cazzune e non saccie chi è stu Peppine!!!” Tragedia… su tutti fronti!Questa fase di “approccio” da tutti era chiamata “O’ Pale!” Oppure “na Tranvate”! Come se niente fosse il nostro “John Stravolto” ballerino improvvisato (..e non Travolta) faceva passettini di danza indietreggiando pian piano, per non far vedere agli amici che aveva fatto “na figura di m…..!” e facendo mosse di danza mai viste fino a quel momento..sembrava uno che aveva prurito da tutte le parti, rientrava nel suo gruppo. E gli amici ad incalzare - “allor..che è fatt..cè stà..ma è tene è cumpagne? La risposta la potete immaginare -“Aggiù distrutte..rimane a vache a piglià sotte a scola” ma saltava sempre fuori il saputello di turno che conosceva la ragazza e subito diceva davanti a tutti – “Ma quala scol..scè..chell nun va a scol..sè rritirata”.In quel preciso momento ci volevano solo i pompieri dato che il nostro “John Stravolto” era diventato paonazzo..in pratica nun se capive se erano i faretti o era lui ad essere di tutti i colori” .Le ragazze anche loro che vengono da questa splendida generazione non erano da meno specialmente quando gli si faceva il filo…la corte..che per un bacio ti facevano “spantecare” per 2 mesi! (va ricordato anche che all’epoca c’era una forte incidenza dell’ernia testicolare..e si può anche intuire.. perché)
ine prima parte..tra 15 giorni leggerete come andrà a finire.
La scena tipica sempre la solita..uscita da scuola con il “bollito” (ò guaglione”) che dalle 8,30 di mattina fino alle 14,30 stava ad aspettarla (acqua..viente e truone..sott a scola, nulla lo smontava aveva acchiappà!) sul suo motorino cinquanta dell’epoca “Un Bravo della Piaggio” “Un Ciao Piaggio” una “Vespa cinquanta” e per i più sfortunati “na bicicletta”.La ragazza usciva e subito con occhio di lince e in picchiata come un falco il nostro “bollito”l’gguantava con frasi tipo”- Ciao che fai qua?- ”(…che fai quaa? Esce da scuola no..fuso!) Oppure : “Ti stavo aspettando ma non sapevo e che ora uscivi..e quindi stong de ll’ott stammatine a t’aspettà!” da dire che si doveva essere furtunati se ti degnava di un sorriso, se poi si fermava, allora davvero non si riusciva più ad avere cognizione di quello che si diceva. La speranza era quella di farla salire sul motorino e di accompagnarla a casa.Era un’emozione indescrivibile il solo pensiero che ella ti potesse stringere nella vita e tu con la scusa di non farla cadere dal motorino gli tenevi la mano con il rischio di cadere comunque entrambi..pè fa ò sceme !Ma era bello e valeva la pena, e poi se ti vedevano “gli amici…che soddisfazione!! ( schiattavene d’invidia) Era l’epoca dove la musica accompagnava queste generazione era la “Disco music” con brani che hanno segnato la vita di tutti.Poi ci stavano anche quelli “patiti” con il “mega impianto casalingo di 500 watt” e mettevano su dischi in vinile 33 giri o 45 giri dei gruppi rock dell’epoca : Ac-Dc, Pink Floyd, Emerson lake e Palmer, Genesis, America e poi ancora i Pooh, Battisti, Cocciante, Baglioni , e tanti altri ancora .Chiusi nelle stanze pomeriggi interi ad ascoltare musica e a parlare di conquiste immaginarie.Poi alle 18 si scendeva da casa..ritirata alle 21 di sera! (quanne era vierno.. ma a staggione (d’estate) si esagerava..alle dieci di sera tutti a casa) Le ragazze invece il sabato uscivano alle 16,00 (tenevano ancora ò magnà n’coppe o stomaco) e si ritiravano a notte inoltrata..praticamente alle 20,30 (almeno per l’epoca così era, ci stava il coprifuoco pure se eravamo in tempo di pace) se sgarravano i genitori non le facevano uscire per settimane intere.In pratica le comitive diventavano orfane di “pischelle” e venivano definite “E comitive de pippajuoli”. Tanti aneddoti, tanti ricordi tali da passare ore intere a descriverli e a scherzarci su. Ma noi, vogliamo solo far si, che i figli di questi “Splendidi Ragazzi” degli anni settanta, leggendo questo racconto sorridano e magari prendessero anche in giro un po’ i loro genitori. Ma che poi con loro riflettessero: su quanta libertà hanno oggi i giovani.Non si accontentano mai.Telefonino cellulare ultima generazione, computer, play station, macchina cinquanta, abiti griffati, scuola di danza, calcetto, basket etc.Quando escono – “poi..nun se sape mai quanne s’arritirene?” Furtunatamente non tutti sono così e molti di questi giovani del 2000 hanno seguito l’educazione e gli insegnamenti dei loro genitori.La febbre del sabato sera..permetteteci di dirlo con orgoglio “noi giovani aversani del settanta” l’abbiamo vissuta davvero…anzi l’avimme inventata nuje!Epoca davvero straordinaria, per chi si riconosce nelle cose descritte in questo racconto che alla fine vuole essere un piccolo omaggio alle generazioni citate e visto che la stragrande maggioranza di questi “aversani del settanta” nel nostro presente possono vantare tanti esempi positivi da seguire e soprattutto imitare per generazioni presenti e future.Invitiamo figli e nipoti a riflettere..a noi bastava davvero poco..ma vuje nun site mai contente!