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Il Natale è appena trascorso ma, dovrebbe continuare per chi non ha nulla,dipende da noi!

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altalt - Articolo scritto da Donato Liotto e pubblicato il 24 dicembre sul quindicinale di cultura varia "Nero Su Bianco" - Che Natale vorrei, che natale sarà? Tutti stiamo aspettando la sera della Vigilia di Natale per sederci attorno al tavolo assieme ai nostri cari, parenti , amici, etc; poi, mettere a centro tavola una bella candela di colore rosso. Una candela che, mai come in questo caso fa d’uopo, risparmiare, accendere meno luci e, cenare con luce soffusa, l’albero addobbato a festa, solo lui padroneggia e fa lo “spacchioso” si mostra con mille luci, addobbato all’inverosimile e, ai suoi piedi, chiaramente, ciascuno si aspetta che venga depositato il suo regalo. La mattina del Natale, alle cinque, tutti in piedi, corriamo verso l’albero o il presepe, accendiamo le luci, per questa volta si può fare, e apriamo i regali. Chi desidera una cosa , chi ne desidera un’altra? Ma cosa vorremmo per l’anno nuovo, cosa veramente desideriamo? Ciascuno si aspetta qualcosa, ciascuno agogna un regalo importante, altri dicono “basta il pensiero”, ma poi, aprono il regalo, si aspettavano un computer, un televisore, na’ lavatrice, nu’ frigorifero ma, ricevono un biglietto, un piccolo biglietto, povero e scarno, con scritto sopra poche righe con il cuore “Buon Natale, ti auguriamo salute in abbondanza e tanta felicità”. Tutto qui? Ovviamente, c’è chi apprezza, chi si accontenta, e chi con malcelata felicità (ma nunnè accussì si rode il fegato.) E pensa “Che purucchjuse”. Mentre fantasticamme stù penziere”, con umiltà citiamo questa frase: pare che stiamo scrivendo la “Livella di Totò”, si è fatto l’ora di pranzo, di nuovo a tavola, di nuovo a mangiare e, a discutere sui regali ricevuti . Noi, persone normali, amiamo trascorrere cosi’ le festività, stare assieme, stringerci al calduccio nelle nostre case e gioire assieme ai nostri cari parenti. Ora qualcuno, per quello che stiamo per dire, penserà? Eccolo lì, la solita retorica sul Natale. Pensatelo, noi lo diciamo, diciamo che, ci stanno persone che vivono questi giorni all’addiaccio, sotto i ponti, nelle ferrovie, nelle case famiglia, negli ospedali, nelle mense dei poveri, nelle carceri. Loro, queste persone, non hanno nulla, per queste persone, Natale è un giorno come un altro, sperano solo una cosa, arrivare al giorno successivo e poter dire “sono ancora vivo”. Dedichiamo un biglietto, un pensiero a tutti quelli che loro malgrado, vivono il Natale come un giorno qualsiasi, scriviamo loro parole di sostegno, portiamo e doniamo loro un briciolo di attenzione, facciamo in modo da cambiare questo stato di cose, facciamo in modo che queste persone si sentano davvero “vere persone” vive e considerata e non “scarti” rifiuti di una società che manco immagina che vuol dire vivere così. Si cari amici, può sembrare, ma questa non è retorica, ma se deve servire a risvegliare qualche coscienza, allora chiamatela come volete, ma pensateci e, tendete una mano non solo a Natale, ma sempre. Mò putite continuà a festeggiare, se fate questa piccola cosa, state tranquilli il bambinello che nascerà la notte di Natale verrà per allietarvi e certamente non per farvi una tiratina d’orecchie. Natale è passato, fate in modo che, lo "spirito" di questi giorni non vi abbandoni, ogni giorno dell'anno è Natale se ci ricordiamo di chi non nulla.Questa è la vera essenza del Natale.


 




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